In occasione della Giornata Internazionale dei Musei, che si celebra in tutto il mondo dal 1977, al MIAC-Castillo San José di Arrecife (Lanzarote) è stato organizzato un incontro sul Museo Atlantico, il primo museo subacqueo d’Europa, alla presenza dell’artista che lo ha ideato, lo scultore britannico Jason deCaires Taylor.
Il Museo Atlantico, non ancora definitivamente completato ma già aperto e visitabile, si trova a circa 12 metri di profondità lungo la costa meridionale di Lanzarote, nella Baia de Las Coloradas, luogo scelto per le caratteristiche fisiche del fondale marino, e sarà accessibile e fruibile facendo snorkeling o immersioni. Il Museo è stato comunque progettato affinché in particolari condizioni meteorologiche si riesca ad apprezzare anche dalla superficie.
Ogni visita sarà in ogni caso unica e particolare, in quanto soggetta al fluttuante dinamismo dell’oceano.
A dispetto di ciò che molti possono pensare, il Museo Atlantico è stato concepito come luogo per la preservazione, la conservazione e l’educazione dell’ambiente marino e della natura come parte integrante dei valori umani.
Il messaggio dell’artista è una chiamata a difesa degli oceani, fil rouge di tutti i suoi progetti. Si tratta di installazioni scultoree realizzate in materiali non contaminanti e a pH neutro che anzi, col passare del tempo, serviranno per incrementare la biomassa marina e facilitare la riproduzione delle specie dell’isola. Oltre a integrarsi perfettamente nell’ecosistema, ospiteranno, con il tempo, la vita sottomarina.
L’eco-scultore britannico Jason deCaires Taylor, già autore del primo Parco sottomarino di Sculture nell’isola caraibica di Grenada (considerato dal National Geographic una delle 25 Meraviglie del mondo) e del Museo Subacqueo d’Arte (MUSA) nelle acque di Cancun, in Messico, è stato definito dalla rivista Foreign Policycomo il “Jaques Cousteau del mondo dell’arte”, in quanto scultore di fama internazionale che crea installazioni viventi sottomarine.

Scultore, istruttore di immersioni e naturalista marino, Taylor ha ottenuto numerosi premi di fotografia subacquea, con immagini spettacolari che catturano l’evoluzione delle sculture e gli effetti metamorfici del mare.
L’arte di Taylor è unica, e rappresenta il paradosso della creazione: oggetti inerti costruiti per essere assorbiti dall’oceano e trasformati in rocce vive, riconvertendo così l’intervento umano come positivo e rinfrancante.
La decisione di chiamare questo progetto “museo” è scaturita dalla precisa volontà dell’artista di traslare la connotazione di rispetto e sacralità proprie del museo al mondo marino, al fine di preservarlo e promuovere un’interazione positiva tra le persone e il fragile habitat sottomarino.

Il Museo si snoda secondo un percorso delineato, una galleria di personaggi drammatici e molto ben caratterizzati, che ha due momenti fondamentali, a mio avviso, nella Zattera di Lampedusa, in cui è evidente il parallelismo col celebre dipinto di Géricault del 1819, la Zattera di Medusa, e la coppia senza faccia, intenta a scattarsi un selfie incurante di ciò che sta accadendo sullo sfondo, richiamando le tragedie del mare dei nostri giorni, l’indifferenza con cui vengono accolte e il ruolo della tecnologia.


L’artista si è ispirato a modelli in carne e ossa per la realizzazione delle sue opere, che sono incredibilmente accurate nei dettagli nonostante questi siano destinati ad essere inesorabilmente ricoperti, trasformati e oscurati dalla nuova vita che le opere prenderanno. Una vita sottomarina.
P.s.: Io ho sempre avuto paura delle immersioni e non ne ho ancora fatte, ma a sentir parlare Jason deCaires Taylor durante la conferenza e vedere le sue splendide immagini ed i video, quasi quasi mi sono ricreduta..
Photo Credit: Jason deCaires Taylor