Brevissima premessa: oggi volevo parlare di Rais, l’ultimo libro di Simone Perotti. Ma poi ho pensato che prima mi sarebbe piaciuto scrivere della sua idea di vita, del suo approccio esistenziale, del suo sguardo focalizzato sul presente.

Ed eccomi allora a parlare di libertà da riconquistare e di passioni con cui dare un senso alla propria vita attraverso il pensiero di un uomo che, se non ci fosse, bisognerebbe inventarlo.

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Sì, perchè Simone Perotti è fonte di ispirazione e ammirazione continua per chi – come me – ha scelto da qualche anno di fare downshifting, di abbassare le proprie esigenze, di godere della propria vita e del proprio tempo, con pienezza.

Cosa fare dei soldi domani quando oggi ci stiamo perdendo il tempo migliore?

Oltre a Rais, che è appena uscito, Simone Perotti ha scritto moltissimi libri.

Tra i più conosciuti:

Tutti hanno come comune denominatore il prendere in mano la propria vita e farne il proprio progetto esistenziale. Mollare un lavoro che non ci lascia tempo per noi stessi. Non subire la vita, non sentirsi incastrati in decisioni che non sono (o non sentiamo più) nostre, non sopportare una realtà che ci toglie l’ossigeno.

“Sopportare” non è una bella cosa, mettiamocelo in testa.

Come si fa tutto questo? Ci mettiamo un punto e ripartiamo. Con entusiasmo.

Si riducono i consumi, ma si aumenta l’esistenza all’interno delle proprie passioni e accresce il tempo da dedicare a ciò che amiamo:

“Preoccuparsi oggi della pensione che percepiremo domani è piuttosto bizzarro, perché la vita oggi c’è e domani chissà. Sarebbe spiacevole mettersi in una condizione di sicurezza economica per il futuro, quando oggi ci stiamo perdendo il tempo migliore.”

Non siamo ipocriti. I lati negativi ci sono e sono innegabili: la perdita dello stipendio fisso rappresenta la rinuncia ad una sicurezza importante con la quale dobbiamo fare i conti, letteralmente.

E questo è ovviamente “solo” l’aspetto pratico e più immediato, cui si fa fronte riducendo inevitabilmente i consumi, le esigenze e le pretese per lasciare spazio al tempo e alla libertà. Ma ecco che qui entra in gioco l’altro aspetto, quello non più materiale ma psicologico, altrettanto importante e spesso troppo poco considerato: libertà DI fare cosa? Perché appare a tutti intuitivo che uscendo da quella vita di cui ci sentiamo prigionieri ci libereremo da una serie di pesi, di costrizioni:  il capo, il luogo di lavoro, il traffico, la routine,  etc.

Per non parlare poi delle relazioni insane, delle persone che gravitano -nostro malgrado- intorno alla nostra vita. Facciamo così tanta attenzione a ciò che mangiamo e poi ci nutriamo di relazioni sbagliate, ci circondiamo di persone che non sceglieremmo mai, se solo avessimo la libertà di farlo.

Ma torniamo al punto. Una volta che ci siamo liberati DA tutto questo, saremo liberi DI fare.. cosa? Ecco, la libertà di  – sostiene Perotti – è il lavoro più grande da fare con noi stessi. Un lavoro che deve iniziare molto prima di prendere quella grande e importante decisione di mollare tutto e che cambierà drasticamente la nostra vita.

“La vita è occuparsi delle proprie passioni.”

E’ necessario mettere a fuoco chi siamo e cosa vogliamo fare della nostra vita: il nostro sogno, la nostra passione. Quell’essere “liberi di” è uno dei regali più belli che possiamo farci, deve rappresentare un’opportunità. Non un boomerang, che ci si ritorcerà contro perché abbiamo preso una decisione avventata e non sapremo come gestirla. Perché cambiare vita porterà in certi momenti anche alla solitudine. E talvolta anche allo sconforto. Avere vite pressoché stabilite, senza grandi spazi di manovra, è per certi versi più facile, tutto è già “si-ste-ma-to”. (Brividi). Riflettiamoci: non è più semplice procedere per inerzia..?

E allora dobbiamo esserei preparati, dobbiamo saperla gestire tutta questa agognata e sacrosanta libertà, non farsi prendere alla sprovvista. Cambiare vita ci mette alla prova. La scelta in sé “mollo tutto e..” è fin troppo facile, ma le conseguenze non sono da sottovalutare. Avremo più tempo, certo, ma tempo per fare cosa?

Quello di avere delle passioni è un tema forte e centrale perché è di esse che vale la pena vivere, e sono queste che ci aiuteranno a superare gli inevitabili momenti di difficoltà. Ed è su di esse che dobbiamo costruire la nostra vita.

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Le passioni personali di Simone Perotti sono la scrittura e il mare. E – ça va sans dire – quando ha deciso che avrebbe mollato la vita che stava facendo, è su di esse che ha fatto leva per costruirsi una vita davvero in armonia col proprio essere.

Simone Perotti è infatti uno scrittore, ma anche un uomo di mare, skipper e istruttore di vela. Scultore e artista. E anche, e soprattutto, ideatore del Progetto Mediterranea, un progetto autofinanziato di navigazione quinquennale che fa rotta lungo il Mediterraneo, il Mar Nero e il Mar Rosso settentrionale e che si è posto un interessante obiettivo culturale: incontrare ed intervistare artisti, giornalisti, professori, intellettuali, per raccogliere idee sul mare nostrum e cercare di costruire un nuovo modello del Mediterraneo, per iniziare ad essere produttori del proprio destino e del proprio futuro e non dipendere da sistemi nord-occidentali.

Una vita densa e piena, alla continua ricerca di armonia ed equilibrio: ciò a cui dovremmo anelare tutti, senza necessariamente passare per freaks.

Domani però scrivo di “Rais”, promesso. 😉

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